Studio Dentistico Mauro Savone Via Nettunense 226, Cecchina (Roma)

Sbiancamento dentale

Casi di sbiancamento con confronto tra la situazione iniziale e quella successiva alle sedute alla poltrona con lampada UV.

Caso 1. Situazione di partenza; i denti sono stati appena lucidati con uno spazzolino rotante per eliminare eventuali residui di "pellicola acquisita", cioè la patina di glicoproteine (e batteri) che si forma continuamente sullo smalto, e che ovviamente potrebbe interferire con il procedimento chimico dello sbiancamento. Il colore di partenza viene confrontato con quello di un dente campione di tonalità corrispondente.
Caso 1. Situazione di partenza; i denti sono stati appena lucidati con uno spazzolino rotante per eliminare eventuali residui di "pellicola acquisita", cioè la patina di glicoproteine (e batteri) che si forma continuamente sullo smalto, e che ovviamente potrebbe interferire con il procedimento chimico dello sbiancamento. Il colore di partenza viene confrontato con quello di un dente campione di tonalità corrispondente.
Caso 1. Situazione dopo 3 cicli di sbiancamento di 10 minuti ciascuno con perossido d'idrogeno attivato da lampada UV apposita. Notare la differenza di colore tra il dente campione e i denti già trattati. Per ottenere risultati più evidenti si sarebbe potuto ripetere la seduta, a distanza di una settimana per ridurre il rischio di sensibilizzazione al freddo dei denti.
Caso 1. Situazione dopo 3 cicli di sbiancamento di 10 minuti ciascuno con perossido d'idrogeno attivato da lampada UV apposita. Notare la differenza di colore tra il dente campione e i denti già trattati. Per ottenere risultati più evidenti si sarebbe potuto ripetere la seduta, a distanza di una settimana per ridurre il rischio di sensibilizzazione al freddo dei denti.
Caso 2. Purtroppo la documentazione fotografica non è all'altezza del primo caso. Visibile in foto la "diga fotopolimerizzabile", un gel colorato che viene steso lungo il contorno del dente ed indurito con luce ultravioletta, utilizzato per isolare il colletto gengivale dal perossido di carbammide, che altrimenti risulta piuttosto irritante. Confronto con colore campione molto simile a quello di partenza dei denti.
Caso 2. Purtroppo la documentazione fotografica non è all'altezza del primo caso. Visibile in foto la "diga fotopolimerizzabile", un gel colorato che viene steso lungo il contorno del dente ed indurito con luce ultravioletta, utilizzato per isolare il colletto gengivale dal perossido di carbammide, che altrimenti risulta piuttosto irritante. Confronto con colore campione molto simile a quello di partenza dei denti.
Caso 2. Tonalità del colore confrontata con lo stesso campione, dopo 6 cicli rapidi di 1 minuto ciascuno, si è ottenuto un moderato schiarimento. Il gel era molto fluido ed evidentemente l'isolamento non è stato sufficiente a proteggere il colletto gengivale su tutto il suo bordo, quindi è visibile la "bruciatura" da perossido in alcuni punti, risultante in una sorta di ulcerazione della gengiva sottoforma di una banda di colore bianco, risolvibile comunque in pochi giorni per i normali processi di ricambio epiteliale, ed asintomatica, infatti la paziente non riferisce alcun fastidio.
Caso 2. Tonalità del colore confrontata con lo stesso campione, dopo 6 cicli rapidi di 1 minuto ciascuno, si è ottenuto un moderato schiarimento. Il gel era molto fluido ed evidentemente l'isolamento non è stato sufficiente a proteggere il colletto gengivale su tutto il suo bordo, quindi è visibile la "bruciatura" da perossido in alcuni punti, risultante in una sorta di ulcerazione della gengiva sottoforma di una banda di colore bianco, risolvibile comunque in pochi giorni per i normali processi di ricambio epiteliale, ed asintomatica, infatti la paziente non riferisce alcun fastidio.
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